FOTO - Primo abbraccio in pubblico tra Diego Maradona e Cristiana Sinagra
La cena di galà ha fatto contorno alla presentazione alla stampa, un dinner di bentornato che Michele Giugliano e il resto della sua famiglia, hanno voluto offrire a Diego e ad Alessandro Siani, il direttore artistico dell’evento. «Non ci sono cachet, non ci sono compensi: qui sono stati invitati i partner storici di questa struttura, ci sono gli amici di Siani: abbiamo deciso di essere vicini ad Alessandro e al Comune perché amiamo il calcio, siamo anche sponsor del Napoli. E la sola idea di avere qui da noi il più grande giocatore di tutti i tempi, che veniva da noi anche negli anni ‘80, è solo un motivo d’orgoglio», spiega proprio Michele Giugliano. La figlia Ida è impeccabile padrona di casa. Tutto qui è perfetto: l’entusiasmo è travolgente. Gli ospiti si mettono in fila per avere una foto, Diego è disponibile come non mai. Nonostante la calca e il caldo facciano rischiare spesso l’incidente diplomatico. «Se non vi calmate me ne vado». È dal 1991 che è andato via da qui, molte delle persone che si mettono in fila neanche lo hanno visto giocare una volta dal vivo. Eppure è un mito anche per loro. El Diez però non si ferma un secondo. Come se volesse recuperare il tempo perduto. Eppure è stato qui a Napoli appena sei mesi fa, proprio per il grande show di Siani «Tre volte 10»: lo spettacolo di questa sera sarà un prosieguo ideale di quello show al San Carlo.
In molti gli tolgono il respiro: gli organizzatori hanno realizzato una saletta dove consentire agli ospiti di poter strappare una foto. Lui in qualche momento accenna di voler andar via, perché anche il troppo amore può togliere il respiro. Angelo Pisani, il suo avvocato, fa quasi da bodyguard, accompagnato da Gennaro Bisci: «Napoli è Diego e Diego è il Napoli; a Dubai gli arabi lo pagano per averlo come testimonial, qui tutto è naturale. E un po’ vulcanico». Lo dice con un briciolo di soddisfazione, perché fino a qualche anno fa appena Diego metteva piede in Italia, l’Agenzia delle Entrate gli confiscava qualche bene.
Il menu è particolare, dettagliato, non banale. Gli ospiti sono circa 150. Sfoglie di seppie con cantalupo, menta, sbriciolata di tarallo, risotto con porcini e profumo di tartufo, filetto alla wellington con patate rosolate e fascetto di asparagi al bacon e torta Dieguito. A preparare la cena, Enzo Coccia della pizzeria la Notizia: «Diego è a casa sua, e abbiamo fatto cose semplici: pizza fritta e margherita». Tra i presenti Raffaele Mele della Pasticceria Blu Moon, Ciro Scognamillo della Pasticceria Poppella, Pietro De Matteo, patron di Burgher Italy e altri ancora.
A preparare i piatti gli chef Fabio Bisanti («Sono andato personalmente a Sarno per prendere le lumache di cui Diego è goloso e gliele ho preparate con burro e tartufo, pomodorino e peperoncino e infine ripiene con burro alla metre d’hotel»), Giovanni Morra, Michele Succoia. Gennaro Varchetta è stato il cerimoniere della serata.
Tutti vogliono da Diego una foto, un autografo. Maradona sa cosa lo attende, non è sorpreso. Non si fa desiderare. Il tempo è straordinario e le luci del tramonto rendono la location ancora più deliziosa. La voce di Diego rimbomba di tanto in tanto, mentre i tavoli si riempiono degli ospiti. Ci sono anche il fratello Hugo e il figlio Diego junior. Uno show. Con i cori tutti per lui: «’o mamma mamma mamma... sai perché mi batte il corazon». Diego resta a cena, le regole sono chiare: nessuno si può avvicinare a Diego, neppure per un selfie. Giusto così.